Comunicato stampa

Il Primo Ministro Cameron: non abbandoniamo al loro destino una generazione di siriani

Un'intera generazione di siriani rischia di essere abbandonata al proprio destino se le agenzie umanitarie non potranno accedere in sicurezza alle aree del Paese in cui è urgente portare aiuti ed assistenza.

Questo è stato pubblicato sotto 2010 to 2015 Conservative and Liberal Democrat coalition government
Photograph of food supplies arriving in Syria

The Prime Minister called for unimpeded access for aid agencies who are delivering life-saving supplies inside Syria - such as food and medicine. Picture: Abeer Etefa/WFP

In occasione del G20 il Primo Ministro David Cameron ha annunciato che il Regno Unito metterà a disposizione altri 52 milioni di sterline (oltre 60 milioni di euro) per finanziare gli interventi umanitari, portando così il contributo britannico totale a 400 milioni di sterline (475 milioni di euro): il doppio di quello che finora era stato il contributo più grande mai erogato dal Regno Unito per una crisi umanitaria, che ammontava a 200 milioni di sterline (quasi 240 milioni di euro).

Il Primo Ministro ha chiesto ai leader del G20 di esprimersi in maniera forte ed unitaria per ottenere libertà di movimento per gli operatori umanitari in Siria, con percorsi sicuri per i convogli umanitari e l’eliminazione degli impedimenti burocratici imposti dal regime, così che le agenzie possano intervenire per salvare vite umane.

Questo nuovo contributo britannico permetterà di raggiungere persone che si trovano in estrema difficoltà a causa del conflitto in corso nella regione. Molti di loro sono donne e bambini, che sono la maggioranza dei rifugiati e sono tra i soggetti più vulnerabili nel conflitto. Il nuovo contributo potrebbe ad esempio permettere alle agenzie umanitarie:

  • sul territorio siriano, di fornire cibo a quasi 23 mila persone e acqua pulita a oltre 130 mila persone, dare un tetto a oltre 44 mila persone costrette a lasciare le loro case a causa dei combattimenti e offrire visite mediche a oltre 35 mila persone
  • nei Paesi vicini, di fornire cibo a 21 mila rifugiati siriani e acqua pulita a oltre 14 mila, dare un tetto a 15 mila persone e offrire oltre 6 mila visite mediche.

Il Ministro britannico per lo sviluppo internazionale, Justine Greening, ha dichiarato:

A causa della crisi siriana, milioni di persone hanno bisogno urgente di ricevere alimenti e cure mediche, ma gli impedimenti burocratici imposti dal regime di Assad impediscono agli aiuti di giungere dove sono necessari. Sul territorio siriano ci sono stati episodi in cui le consegne di medicinali sono state bloccate e gli operatori umanitari sono stati vittima di assalti in cui spesso hanno perso la vita.

I leader del G20 devono parlare subito con una sola voce e mandare un messaggio chiaro a tutte le parti coinvolte nel conflitto. Se non miglioriamo la situazione per gli operatori umanitari, rischiamo di perdere per strada una generazione di bambini siriani, proprio quella generazione che avrà il compito di costruire la Siria del domani, fondata su pace e democrazia.

Gli interventi concreti necessari a garantire migliore accesso per gli aiuti umanitari comprendono:

  • un accordo tra tutte le parti coinvolte nel conflitto per l’individuazione, sul territorio siriano, di corridoi umanitari che i convogli di aiuti possano percorrere tempestivamente e in sicurezza e che permettano di raggiungere anche le prime linee
  • un accordo tra le parti per introdurre un sistema di sospensione regolata dei combattimenti, con pause durante le quali le agenzie umanitarie possano portare aiuto alle zone più colpite e evacuare malati e feriti
  • l’individuazione, approvata da tutte le parti coinvolte nel conflitto e dalle agenzie umanitarie, di persone che fungano da intermediari, in grado di affrontare e rimuovere eventuali impedimenti alla consegna degli aiuti
  • la rimozione degli impedimenti burocratici da parte del governo siriano, al fine di velocizzare l’emissione dei visti, l’approvazione alla dogana, la registrazione delle ONG e l’autorizzazione dei convogli umanitari, così che gli aiuti possano passare più rapidamente
  • l’approvazione di un sistema di assistenza alla frontiera da parte del governo siriano per permettere ai convogli umanitari di attraversare le frontiere con la Siria provenendo da altri Paesi, laddove questo sia il modo più efficace di far giungere aiuti alle zone colpite
  • un accordo tra tutte le parti coinvolte per la protezione di edifici, veicoli e attrezzature adibite ad uso umanitario, nonché del personale delle agenzie umanitarie, e per il rispetto dei principi umanitari e della natura imparziale dell’assistenza.
Pubblicato 6 September 2013