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Flash mob contro la #violenzasessuale a Roma

Si è conclusa il 22 marzo a Roma, con una conferenza stampa e un flash mob in Campidoglio, la campagna contro la #violenzasessuale nei conflitti.

Questo è stato pubblicato sotto 2010 to 2015 Conservative and Liberal Democrat coalition government
Flash mob at the Campidoglio in Rome

Flash mob a Roma @ Campidoglio: il video finale

La campagna è stata promossa dall’Ambasciata britannica in Italia in collaborazione con Roma Capitale, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), Se Non Ora Quando e Avvocati Senza Frontiere.

Ispirato dalla campagna Preventing Sexual Violence in Conflict promossa dal Foreign Office nell’ambito della presidenza britannica del G8 nel 2013, l’appuntamento di oggi ha seguito diverse iniziative realizzate negli ultimi mesi per creare maggiore consapevolezza in Italia nei confronti di un fenomeno, quello dell’uso della violenza sessuale come arma di guerra, orrendo nelle sue proporzioni quanto nel grado di impunità che lo circonda.

Dopo l’accensione del Colosseo lo scorso 8 marzo con le immagini della campagna “Fermiamo la violenza sessuale nei conflitti”, è stato presentato oggi alla stampa, alla presenza del Sindaco di Roma Gianni Alemanno e dell’Ambasciatore britannico in Italia Christopher Prentice, il documento con le raccomandazioni che l’Ambasciatore Prentice si è incaricato di portare all’attenzione del ministro degli Esteri William Hague in vista dell’incontro dei ministri degli esteri del G8 a Londra i prossimi 10 e 11 aprile.

Il video di preparazione allo IALS

Il documento scaturisce dalla collaborazione dell’Ambasciata britannica con Roma Capitale (Dipartimento Pari Opportunità), UNHCR, Se Non Ora Quando, Avvocati Senza Frontiere e altre associazioni, e si concentra su alcune aree prioritarie di intervento per contrastare il fenomeno della violenza sessuale nei conflitti:

STRATEGIE:

  • Definizione di nuove strategie di collaborazione tra governi e ONG, per un più efficiente supporto sul campo, anche attraverso il coinvolgimento di associazioni di donne provenienti dalle aree di conflitto.
  • Indagini volte ad ottenere una conoscenza approfondita delle realtà locali, dal punto di vista sociale e culturale, per favorire l’adozione di interventi mirati ed efficaci.
  • Lobbying internazionale, per incoraggiare i paesi sviluppati ad investire maggiormente nell’istruzione e nelle strutture sanitarie delle aree interessate dai conflitti, anche adottando misure efficaci per ridurre il commercio e l’accesso alle armi.

GIUSTIZIA:

  • Definizione di norme stringenti, per la deterrenza e la condanna dei responsabili dei crimini di violenza sessuale nei conflitti.
  • Introduzione di dure sanzioni ai paesi con inaccettabili livelli di impunità, nei quali i crimini di violenza sessuale non sono contrastati in maniera adeguata.
  • Ratifica della Convenzione di Istanbul da parte dei paesi membri del Consiglio europeo, per garantire accoglienza e protezione ai rifugiati vittime di reati sessuali.

ASSISTENZA ALLE VITTIME:

  • Creazione di Unità specializzate di assistenza alle vittime, per offrire supporto medico, sociale e psicologico nelle strutture sanitarie e nei campi profughi.
  • Introduzione di migliori standard di assistenza per donne e bambini nei campi profughi.

FORMAZIONE:

  • Formazione del personale impiegato nelle missioni di pace, per una maggiore consapevolezza del problema e una più efficace adozione di adeguate misure sanzionatorie.
  • Formazione del personale locale delle forze dell’ordine, degli avvocati e dei magistrati incaricati di tutelare le vittime e perseguire legalmente i responsabili di questi reati.

COMUNICAZIONE:

  • Campagne di comunicazione e sensibilizzazione locale, per creare maggiore consapevolezza e fornire informazioni utili sull’accesso ai servizi di assistenza in caso di bisogno
  • Campagne di comunicazione per ottenere una più ampia sensibilizzazione dell’opinione pubblica internazionale.

Dopo la conferenza stampa, un flash mob ha animato piazza del Campidoglio con un corpo di ballo di oltre 100 persone che ha eseguito una coreografia - diretta da Francesca La Cava - sulle note del brano “Dog Days Are Over” della band inglese Florence and The Machine.

Il corpo di ballo comprende ballerini dello IALS, personale dell’Ambasciata britannica e di numerose associazioni e scuole romane che hanno aderito a questa iniziativa di piazza contro la violenza sessuale nei conflitti.

Pubblicato 23 March 2013